La pittrice Marisa Mori (Maria Luisa Lurini) nacque a Firenze il 9 marzo 1900, si trasferì con la famiglia a Torino nel 1918 dove si sposò e ebbe un figlio.
Marisa aveva iniziato a dipingere fin da ragazza per conto suo, nel 1924 cominciò a studiare pittura frequentando corsi di disegno e pittura presso pittori accademici. Anche se queste esperienze non furono soddisfacenti, la aiutarono a prendere coscienza della sua passione per l’arte. Decise così di approfondire la sua formazione sotto la guida di un pittore che l’aveva fortemente colpita, Felice Casorati.
Nel 1925 entra a far parte del gruppo di allievi di Casorati, di cui hanno fatto parte Nella Marchesini, Daphne Maugham, Paola Levi Montalcini, Elena Salvaneschi, Lalla Romano e altri. Quando Casorati fondò una scuola, diventò sua assistente insieme a Nella Marchesini. Inizia così un intenso periodo di studio e di lavoro, di incontri ed esposizioni insieme al gruppo casoratiano. Nel 1926 partecipò all’Esposizione delle vedute di Torino a palazzo Bricherasio. Prese parte a varie edizioni delle esposizioni organizzate dalla Promotrice di belle arti del Valentino (1927, 1928, 1930); partecipò alla IV Quadriennale di Torino (1927), alla Mostra annuale di Casorati e degli allievi della scuola di via Galliari 33 (1928); quindi fu presente alle Sindacali del 1929, 1930, 1931 e 1932. Partecipò, inoltre, alle collettive dedicate a Casorati e allievi allestite presso la milanese galleria Milano nel 1929 e nel 1931, e alla galleria Valle a Genova nel 1930. In questo stesso anno presentò un’opera alla XVII Biennale di Venezia; espose alla Mostra d’arte femminile dell’Istituto nazionale fascista di cultura (Torino) e all’Esposizione internazionale d’arte sacra di Padova.
Dopo il 1931 entra in contatto con Fillia (Luigi Colombo), Tullio d’Albisola (Tullio Mazzotti) e altri esponenti del movimento Futurista. Ritornata a Firenze nel 1932 oltre a continuare a dipingere, a frequentare l’ambiente culturale e artistico della città in associazioni come il circolo culturale Lyceum e la FIDAPA [Federazione italiana donne arti professioni e affari], partecipa attivamente alle iniziative del secondo futurismo, stringendo rapporti anche con Thayat, Poggi, Marasco e aderendo al programma dell’aeropittura. È presente alla collettiva alla Galleria Codebò di Torino, alla mostra Enrico Prampolini et les aéropeintres futuristes italiens alla Galerie de la Renaissance di Parigi, a quella alla Casa d’Arte di La Spezia. Nel 1933 firma il Manifesto di Antonio Marasco Gruppi futuristi d’iniziative e nell’aprile dello stesso anno il Manifesto della cinematografia futurista, vincendo anche il terzo premio del Concorso nazionale del Golfo della Spezia con il trittico intitolato Sintesi del golfo (opera ispirata agli stati d’animo con tre sottotitoli: Sintesi romantica, Sintesi militare, Sintesi gioiosa). In giugno partecipa alla mostra Omaggio futurista a Umberto Boccioni alla Galleria Pesaro di Milano e alla Mostra d’arte futurista a palazzo Ferroni di Firenze. È del 1934 la sua prima personale, organizzata al Bragaglia Fuori Commercio di Roma. In questo anno partecipa alla mostra futurista presso l’Hôtel Negresco di Nizza e a Livorno alla mostra Aeropittura arte sacra pittura scultura futurista di Bottega d’Arte. Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale di Roma, dove torna nel 1939 e nel 1951.
Dopo la promulgazione delle leggi razziali, da cui ha nettamente dissentito, inizia il suo progressivo distacco dai gruppi futuristi. A partire dal periodo bellico ritorna completamente alla pittura figurativa. Nel 1950 si iscrisse all’Accademia di belle arti di Firenze e per un biennio frequentò i corsi tenuti da Arturo Checchi. Continua a partecipare alle iniziative del Lyceum e della FIDAPA, espone anche in mostre importanti come la VI e la VIII quadriennale di Roma. Partecipa, inoltre, a numerosi concorsi di pittura estemporanea. Nel 1954 allestì una personale con disegni e pitture presso la Casa di Dante a Firenze. Altrettanto sporadica fu la sua presenza a mostre collettive: un quadro del primo periodo casoratiano, Tende sulla spiaggia, fu inserito nella rassegna «Torino fra le due guerre» (1978, Torino, Galleria civica), mentre nel 1980 due quadri futuristi furono inclusi nella mostra «L’altra metà dell’avanguardia 1910-40. Pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche» (Milano, palazzo Reale). Ma è sempre meno interessata al confronto con altre istanze creative. La pittura è stata la sua linfa vitale ed è rimasta attiva fino a pochi anni prima della sua morte, avvenuta a Firenze il 5 febbraio 1985.
Un suo Autoritratto è stato donato dalla famiglia al Museo degli Uffizi nel 2015.